Cassazione penale Sez. V sentenza n. 464 del 8 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:464PEN

Massima

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Il reato di diffamazione richiede, ai fini della sua configurabilità, l'accertamento di un elemento soggettivo nell'agente caratterizzato dalla coscienza e volontà di ledere la reputazione altrui mediante l'attribuzione di un fatto determinato, falso e offensivo. Tale elemento soggettivo non può ritenersi sussistente quando le dichiarazioni contestate siano espressione di un difficile rapporto di vicinato, in assenza di una specifica volontà di offendere la reputazione della persona offesa. In tali casi, il giudice può disporre l'archiviazione del procedimento penale per insussistenza dell'elemento soggettivo del reato, in quanto la condotta non risulta connotata dalla necessaria consapevolezza e intenzionalità lesiva della reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti il 13.10.2008 da:
(OMISSIS), (OMISSIS) e (OMISSIS);
avverso il decreto dell'8 luglio 2014, con il quale il GIP del Tribunale di Asti ha ordinato l'archiviazione del procedimento penale a carico di:
(OMISSIS) e (OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)Argenta Enrico Sereno (OMISSIS)
(OMISSIS)Bianco Giuseppe (OMISSIS)Valbona Xhemalallari (OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)Bianco Giuseppe(OMISSIS)Valbona Xhemalallari (OMISSIS)
(OMISSIS)
(OMISSIS)Agnese (OMI…

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