Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 763 del 9 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:763PEN

Massima

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Il reato associativo di cui all'art. 416 c.p. si differenzia dal concorso di persone nel reato continuato per la presenza di un vincolo stabile e tendenzialmente permanente tra i partecipi, finalizzato alla realizzazione di un più ampio programma criminoso, caratterizzato dalla reciproca consapevolezza del contributo di ciascuno. Ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 7 L. n. 203/1991, è necessario che il concorrente abbia agito con il dolo specifico di favorire l'associazione mafiosa, essendo irrilevanti eventuali vantaggi indiretti derivanti dalla condotta. Pertanto, la partecipazione consapevole e volontaria all'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurimi reati, con il fine di agevolare gli interessi del sodalizio mafioso di riferimento, integra gli estremi dell'aggravante in questione, a prescindere dalla commissione dei singoli reati-fine, in quanto l'associazione sussiste a prescindere dalla realizzazione dei reati programmati. Inoltre, la sussistenza di esigenze cautelari, quali il pericolo di reiterazione del reato e l'allarme sociale, giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di condotte illecite successive al fatto specifico contestato, ove permanga il vincolo associativo e il contesto operativo criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETITTI Stefano - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - rel. Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 6/7 febbraio 2018 del Tribunale di Catanzaro - Sezione per il riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Mirella Agliastro;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Angelillis Ciro, che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio, limitatamente ai gravi indizi in relazione all'aggravante di cui alla L. n. 203 …

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