Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10840 del 6 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:10840PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita si configura quando il soggetto, che ha la disponibilità di un bene altrui in virtù di un rapporto contrattuale, se ne appropria dolosamente per trarne profitto, omettendo di restituirlo nonostante le ripetute richieste del legittimo proprietario. Ai fini della sussistenza del reato, non rileva che il bene sia stato utilizzato da terzi, essendo sufficiente l'accertamento della disponibilità materiale del bene da parte del soggetto agente e del suo mancato adempimento all'obbligo di restituzione, a prescindere dalla destinazione effettiva del bene. La gravità della condotta, valutata in relazione al numero di beni appropriati e al loro valore economico, giustifica il diniego delle circostanze attenuanti generiche e l'irrogazione di una pena proporzionata. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, fondata sulla manifesta infondatezza dei motivi, preclude la possibilità di rilevare e dichiarare l'eventuale prescrizione del reato maturata nelle more del giudizio di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - est. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato e assistito dall'avv. (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7000/2008 della Corte d'Appello di Milano, sezione quinta penale, in data 12.10.2012;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

rilevata la regolarita' degli avvisi di rito;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis));

viste le conclusioni del So…

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