Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14188 del 22 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:14188PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta di esazione violenta o minacciosa di un credito è caratterizzata da una finalità costrittiva dell'agente, volta a costringere la vittima ad un comportamento, annullandone le capacità volitive, anche quando il credito vantato sia estraneo al rapporto contrattuale dell'agente, il quale agisca al fine di confermare ed accrescere il proprio prestigio criminale attraverso l'esazione con violenza e minaccia. In tali casi, la condotta minacciosa e violenta finalizzata al recupero del credito è diretta non solo nei confronti del debitore, ma anche di persone estranee al sinallagma contrattuale, configurando il delitto di estorsione e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. L'accertamento della responsabilità per il reato di estorsione può fondarsi anche su dichiarazioni etero-accusatorie provenienti da soggetti concorrenti nel reato, quando tali dichiarazioni trovino riscontro in altri elementi probatori, come intercettazioni telefoniche o ambientali. Inoltre, il concetto di "diverso procedimento" ai fini del divieto di utilizzazione delle intercettazioni previsto dall'art. 270 c.p.p. va inteso in senso sostanziale, riferendosi all'insussistenza di un nesso ai sensi dell'art. 12 c.p.p. o di tipo investigativo tra i fatti-reato storicamente differenti, e non alla mera autonomia formale dei procedimenti. Pertanto, le intercettazioni disposte nell'ambito di un unico procedimento, nel corso del quale emergono diversi reati connessi finalisticamente e probatoriamente, possono essere legittimamente utilizzate anche per l'accertamento di reati diversi da quelli per i quali erano state autorizzate. Infine, l'identificazione degli imputati può avvenire anche attraverso strumenti atipici, diversi dalla ricognizione di persona, purché la motivazione offerta sia esente da vizi logici manifesti e decisivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2913/2015 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 15/03/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/01/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRA RECCHIONE;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' dei rico…

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