Il ricorso per cassazione è l'unico rimedio esperibile dall'imputato avverso la sentenza di condanna del giudice di pace alla sola pena pecuniaria, non essendo ammissibile l'appello. Il tribunale, qualora l'impugnazione sia erroneamente proposta come appello, deve qualificarla come ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 568, comma 5, c.p.p., senza poter entrare nel merito. Tuttavia, il ricorso per cassazione è inammissibile se contiene esclusivamente censure di merito, e non di legittimità, come nel caso in cui si deduca l'erronea valutazione della causa di non punibilità della provocazione o la mancata concessione della sospensione condizionale della pena. In tali ipotesi, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, fermo restando che non può disporsi il pagamento della pena pecuniaria, in quanto l'impugnazione non era stata correttamente qualificata in sede di gravame.