Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19254 del 9 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19254PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., richiede la prova della stabile e consapevole adesione del soggetto all'organizzazione criminale, con l'assunzione di un ruolo attivo e funzionale al perseguimento dei fini illeciti dell'associazione. Non è sufficiente la mera prestazione di attività di natura logistica o il semplice rapporto di amicizia con esponenti della consorteria mafiosa, essendo necessario accertare l'effettiva condivisione del programma criminoso e l'apporto consapevole e volontario del soggetto al rafforzamento e alla realizzazione degli scopi dell'associazione. La responsabilità per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p. non può fondarsi esclusivamente su dichiarazioni di collaboratori di giustizia, in assenza di riscontri oggettivi, dovendosi valutare complessivamente tutti gli elementi di prova, anche a discarico, per pervenire ad un giudizio di colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Ove gli elementi di prova non consentano di affermare la sussistenza del reato di partecipazione ad associazione mafiosa, ma solo di ritenere la prestazione di un contributo di natura logistica o il mero rapporto di amicizia con esponenti della consorteria, la condotta potrà al più integrare il reato di favoreggiamento personale, non quello di partecipazione all'associazione. Il ricorso straordinario per cassazione ex art. 625-bis c.p.p. è inammissibile ove i motivi di doglianza si risolvano in una mera critica alle valutazioni di merito già operate, senza individuare un errore di fatto riconducibile ad una fuorviata rappresentazione percettiva, essendo preclusa in tale sede una nuova e diversa valutazione degli elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAVALLO Aldo - Presidente

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2263/2013 CORTE DI CASSAZIONE di ROMA, del 31/10/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO CAIRO;
Sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Dott. Galasso Aurelio, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 31 ottobre 2014, depositata il 12 marzo 2015, n. 3185 la Sezione 5 Penale di questa C…

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