Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12911 del 26 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12911PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, in presenza di un giudizio di applicazione della pena su richiesta delle parti, è tenuto a verificare l'insussistenza di cause di non punibilità solo quando dagli atti o dalle deduzioni delle parti emergano concreti elementi in tal senso, essendo altrimenti sufficiente una motivazione che dia conto, anche implicitamente, dell'avvenuto controllo e della mancanza di tali elementi. La mancata indicazione analitica di tutti gli elementi strutturali della motivazione non determina l'invalidità della pronuncia, purché risulti comunque adempiuto l'obbligo di verificare l'assenza di cause di proscioglimento. Il ricorso per cassazione avverso tale pronuncia è inammissibile qualora si basi su motivi non consentiti nel giudizio di legittimità, come la deduzione di una violazione dell'art. 129 c.p.p. in assenza di concreti elementi che rendessero necessaria una più approfondita motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza 6/3/2014 del Gup presso il Tribunale di Ravenna;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Letta la requisitoria del Pubblico Ministero in persona del Sostituto

Procuratore generale, Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS), in proprio, ha proposto ricorso per…

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