Consiglio di Stato sentenza n. 7354 del 2022

ECLI:IT:CDS:2022:7354SENT

Massima

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Il vincolo idrogeologico preesistente, comportante inedificabilità assoluta, impedisce la sanatoria di opere edilizie abusive, anche se realizzate prima dell'istituzione di tale vincolo, in quanto la sua sussistenza al momento della pronuncia sulla domanda di condono edilizio è sufficiente a determinare l'inammissibilità della richiesta, senza che l'autorità preposta possa operare alcuna valutazione discrezionale circa la compatibilità dell'intervento con il vincolo. Ciò in quanto il regime di inedificabilità assoluta derivante dal vincolo idrogeologico preesistente, imposto per ragioni di tutela del territorio e della pubblica incolumità, non consente alcuna possibilità di deroga o di valutazione discrezionale, essendo dirimente unicamente la circostanza che il vincolo fosse già in vigore al momento della realizzazione delle opere abusive e della presentazione della domanda di condono. La successiva adozione di strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale che introducano un regime meno rigoroso non incide sulla pregressa situazione di inedificabilità assoluta, né tantomeno sulla valutazione circa la sanabilità degli interventi realizzati in violazione del vincolo idrogeologico preesistente. Pertanto, la presenza di un vincolo idrogeologico preesistente, comportante inedificabilità assoluta, costituisce causa ostativa insuperabile alla sanatoria di opere edilizie abusive, a prescindere dalla successiva evoluzione della disciplina urbanistica e di tutela del territorio.

Sentenza completa

Pubblicato il 22/08/2022

N. 07354/2022REG.PROV.COLL.

N. 08302/2016 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8302 del 2016, proposto da
((omissis)), ((omissis)), rappresentati e difesi dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio legale Placidi s.n.c., con sede in Roma, via Cosseria n. 2;

contro

Comune di Cortina D'Ampezzo, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis))' in Roma, c.so ((omissis)) II, 349;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Seconda) n. 00596/2016, resa tra le parti;

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