Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12826 del 5 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:12826PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo un fondamentale diritto di libertà di espressione, trova un limite nel rispetto della dignità e della reputazione altrui, non potendo trascendere nello scherno e nella derisione. Pertanto, l'utilizzo di espressioni offensive e denigratorie nei confronti di un soggetto, anche se questi sia un personaggio pubblico, non rientra nell'esercizio legittimo del diritto di critica, ma integra il reato di diffamazione aggravata. Inoltre, la reiterazione di tali condotte offensive, anche se motivate da precedenti provocazioni, non può essere scriminata dalla causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, in quanto la continua reiterazione e la diffusione a un ampio numero di persone rendono la condotta particolarmente offensiva e lesiva della reputazione altrui.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/11/2020 della Corte di appello di Trento;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Michele Romano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. EPIDEDIO Tomaso, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Trento ha integralmente confermato la sente…

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