Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nei casi in cui un'area ricade in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ai sensi dell'art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), ma è altresì ricompresa in zone urbanistiche di completamento edilizio previste dagli strumenti urbanistici vigenti alla data del 6 settembre 1985, trova applicazione il regime derogatorio di cui all'art. 142, comma 2, del medesimo Codice. Pertanto, in tali ipotesi, non si applica il divieto di realizzazione di nuove opere edilizie previsto dalle norme di tutela paesaggistica, ivi comprese le prescrizioni contenute nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR). L'amministrazione preposta al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, nel valutare la compatibilità dell'intervento, è tenuta a motivare in modo puntuale e concreto, con riferimento alle specifiche caratteristiche dell'area e del progetto, le ragioni del diniego, senza potersi limitare a generici richiami alla tutela paesaggistica. Il mero riferimento all'esistenza del vincolo e a presunte incompatibilità con le norme di tutela non è sufficiente a giustificare il diniego, essendo necessario un apprezzamento di compatibilità basato su rilevazioni e giudizi puntuali.