Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20958 del 19 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:20958PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere legittimamente disposto quando vi siano sufficienti elementi per ritenere che i beni costituiscano il profitto o il reimpiego di attività illecite, in particolare di traffico di stupefacenti, anche in assenza di una sentenza di condanna definitiva. A tal fine, il giudice cautelare non deve valutare la sussistenza degli indizi di colpevolezza o la responsabilità penale dell'indagato, ma solo la compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale ipotizzata, verificando l'antigiuridicità penale del fatto. L'intestazione fittizia di beni a terzi, sprovvisti di redditi leciti idonei a giustificarne l'acquisto, può essere considerata indice del reimpiego di proventi illeciti al fine di eludere le disposizioni di legge sulle misure di prevenzione. In tali casi, il sequestro preventivo è legittimo anche in assenza di una pregressa condanna o di una misura di prevenzione a carico dell'indagato, purché sussista il "periculum in mora" e vi siano elementi sufficienti a ritenere l'origine illecita dei beni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MI. An. , nata il (OMESSO), TR. Ca. , nato il (OMESSO) e TR. Al. , nata il (OMESSO);

avverso il provvedimento 23 gennaio 2009 del Tribunale del riesame di Catania che ha confermato il decreto del G.I.P. presso il Tribunale di Catania in data 31 dicembre 2008.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)).

Udito il Pubblico Ministero, nel…

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