Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14335 del 28 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14335PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso si consuma nel momento in cui il soggetto entra a far parte dell'organizzazione criminale, senza che sia necessario il compimento di specifici atti esecutivi della condotta illecita programmata, poiché, trattandosi di reato di pericolo presunto, per integrare l'offesa all'ordine pubblico è sufficiente la dichiarata adesione al sodalizio con la messa a disposizione, in quanto idonea ad accrescere, per ciò solo, la potenziale capacità operativa ed intimidatoria dell'associazione criminale. Pertanto, anche in assenza di un ruolo specifico o di una qualifica particolare dell'imputato all'interno dell'associazione mafiosa, la sua partecipazione può essere desunta da elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, come le convergenti dichiarazioni di più collaboratori di giustizia che si riscontrino a vicenda. Inoltre, il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso può concorrere con altri reati-fine, come l'estorsione e la turbativa d'asta, quando l'attività criminosa dell'associazione sia finalizzata al condizionamento delle attività imprenditoriali del territorio attraverso l'imposizione di contratti e l'alterazione della libera concorrenza, anche mediante l'esercizio di pressioni e intimidazioni. In tali casi, la finalità agevolatrice degli scopi dell'associazione mafiosa, di cui all'art. 7 L. 203/1991, può essere desunta dalla consapevolezza dell'imputato circa l'esistenza dell'associazione e dal suo contributo alla realizzazione dei reati-fine. Infine, in presenza di gravi indizi di colpevolezza per il delitto di partecipazione ad associazione mafiosa, opera la presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari e assoluta di adeguatezza della misura della custodia in carcere, salvo che l'imputato non dimostri segnali di rescissione del legame con il sodalizio criminale tali da smentire, nel caso concreto, l'effetto della presunzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/08/2017 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere STEFANO FILIPPINI;
sentite le conclusioni del PG Dr. CENICCOLA ELISABETTA, che conclude per il rigetto;
Uditi i difensori avv.ti (OMISSIS) e (OMISSIS) che chiedono l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 26.7.2017 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria app…

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