Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39813 del 25 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39813PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, di cui all'art. 483 c.p., si configura quando l'imputato, in qualità di legale rappresentante di una società, attesta falsamente in una domanda di partecipazione a gara pubblica l'inesistenza di cause di esclusione, nonostante la società risulti in stato di irregolarità contributiva per debiti previdenziali conclamati e già trasmessi all'esattoria per il recupero. L'errore incolpevole dell'imputato, derivante da una presunta equivocità della modulistica, non esclude la configurabilità del reato, atteso che all'imprenditore è richiesta la verifica della regolarità contributiva della società, circostanza di cui egli aveva piena consapevolezza. La giurisprudenza di legittimità, inoltre, ha chiarito che la fattispecie in esame si differenzia da ipotesi in cui la formulazione della domanda non consentiva di stabilire con esattezza il significato della dichiarazione richiesta, non integrando in tal caso gli estremi del reato di falso ideologico. Infine, la prescrizione del reato non può essere rilevata d'ufficio in sede di ricorso per cassazione inammissibile, essendo necessario il perfezionamento della causa estintiva prima della pronuncia della sentenza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI P. - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa il 07/02/2012 dalla Corte di appello di Caltanissetta;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Paolo Micheli;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. D'Ambrosio Vito, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, per intervenuta prescrizione del reato.

RITENUTO…

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