Il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali, sancito dall'art. 2 del d.lgs. n. 196/2003, trova il suo limite nel bilanciamento con altri diritti e interessi costituzionalmente rilevanti, come la libertà di manifestazione del pensiero e di informazione di cui all'art. 21 Cost. Pertanto, la pubblicazione di informazioni e dati personali, anche riservati, può essere legittima se risponde a un interesse pubblico all'informazione e se le modalità di diffusione siano proporzionate e non eccedenti rispetto allo scopo informativo. Il giudice è chiamato a valutare, caso per caso, se sussista un giusto equilibrio tra il diritto alla riservatezza e gli altri diritti in conflitto, tenendo conto della rilevanza pubblica dell'informazione, della sua veridicità, della correttezza e continenza della sua rappresentazione, nonché dell'assenza di intenti diffamatori o pretestuosi. Solo ove tale bilanciamento risulti violato, il diritto alla riservatezza può trovare tutela risarcitoria per i danni subiti dalla persona interessata.