Cassazione penale Sez. II sentenza n. 11549 del 23 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:11549PEN

Massima

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Il riconoscimento fotografico e la testimonianza diretta della persona offesa, se ritenuti attendibili dal giudice di merito sulla base di una motivazione logica e adeguata, costituiscono validi mezzi di prova per l'identificazione dell'autore del reato, senza che sia necessario il previo espletamento della ricognizione personale formale. La valutazione delle risultanze probatorie e la ricostruzione dei fatti è rimessa in via esclusiva al giudice di merito, il cui apprezzamento non può essere sindacato in sede di legittimità se sorretto da una motivazione immune da vizi logici macroscopici. Ai fini della configurabilità del reato di rapina impropria, è sufficiente l'uso di violenza per assicurarsi il possesso della cosa sottratta, anche se questa non sia stata asportata con la forza. La determinazione della pena nel minimo edittale o in misura prossima ad esso non richiede una specifica motivazione, essendo implicita nella scelta stessa del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Be. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Reggio Calabria, sezione penale, in data 5 marzo 2010;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Dott. GALLO Domenico;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. MAZZOTTA Gabriele, il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Osserva:

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con…

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