Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29489 del 20 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29489PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale è tenuto a riferire fedelmente i fatti di cui ha avuto conoscenza nell'esercizio delle sue funzioni, senza che possano rilevare le sue valutazioni o opinioni personali sulla vicenda. La mera divergenza tra la narrazione del pubblico ufficiale e la ricostruzione giudiziale dei fatti non è sufficiente a integrare il reato di falso, essendo necessario che emerga la consapevole volontà di attestare il falso. Pertanto, il pubblico ufficiale non può essere ritenuto penalmente responsabile per aver riferito in un atto pubblico la denuncia ricevuta, anche qualora successivamente tale denuncia risulti infondata o non corrispondente all'effettivo accaduto, purché egli abbia agito senza dolo, limitandosi a verbalizzare quanto appreso nell'esercizio delle sue funzioni. La valutazione della veridicità dei fatti denunciati e l'accertamento delle eventuali responsabilità penali spetta esclusivamente all'autorità giudiziaria, non rientrando nei compiti del pubblico ufficiale che redige l'atto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GA. MA. , N. IL (OMESSO);

2) DE. MA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 22/02/2006 CORTE APPELLO di TORINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA MARIO;

Udite le conclusioni di rigetto del S.P.G., MONETTI Vito.

Premesso:

IN FATTO E DIRITTO

GA. Ma. , ispettore e DE. MA. Gi. , agente scel…

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