Cassazione penale Sez. I sentenza n. 602 del 12 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:602PEN

Massima

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Il metodo mafioso, caratterizzato dall'ostentazione di una condotta intimidatoria idonea a esercitare grave pressione psicologica sulla vittima, integra l'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203/1991 anche quando il soggetto agente non sia partecipe di un'associazione di tipo mafioso, purché il suo comportamento sia finalizzato ad agevolare l'attività di tali organizzazioni criminali. In tali casi, la sussistenza dell'aggravante rende presunta per legge l'adeguatezza della misura cautelare della custodia in carcere, in considerazione della capacità di sopraffazione dell'altrui volontà manifestata dal reo e del suo collegamento con gruppi criminali organizzati. Inoltre, la valutazione della gravità del quadro indiziario, operata dal giudice di merito ai fini dell'applicazione della misura cautelare, è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti affetta da manifesta illogicità o contraddittorietà, essendo sufficiente che il provvedimento dia adeguato conto delle ragioni poste a suo fondamento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AS. MA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 5403/2010 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 12/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 12 luglio 2010, il Tribunale di Napoli ha respinto l'is…

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