Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23952 del 14 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23952PEN

Massima

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Il medico che, nell'esercizio della propria attività professionale, ometta di effettuare gli accertamenti diagnostici necessari per una corretta individuazione della patologia del paziente e non adotti tempestivamente le opportune misure terapeutiche, può essere ritenuto penalmente responsabile per il decesso del paziente, qualora tale condotta colposa abbia concretamente contribuito a determinare l'evento letale. Tuttavia, il nesso causale tra la condotta del medico e l'evento morte deve essere accertato sulla base di un giudizio controfattuale, volto a verificare se, in ipotesi di condotta conforme ai doveri di diligenza, perizia e prudenza, l'evento dannoso si sarebbe comunque verificato, ovvero si sarebbe verificato in epoca significativamente posteriore o con minore intensità lesiva. Pertanto, il medico non può essere ritenuto penalmente responsabile qualora, sulla base di una valutazione complessiva delle risultanze probatorie, emerga che l'evento letale sia da attribuire a fattori indipendenti dalla sua condotta, come l'evoluzione naturale della patologia o l'intervento di cause sopravvenute. In tali casi, l'assenza di un nesso causale certo tra la condotta del medico e l'evento morte determina l'insussistenza del reato, a prescindere dalla valutazione della colpa professionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. SARNO Giulio - rel. Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. LE. PI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 6836/2007 CORTE APPELLO di ROMA, del 19/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIO SARNO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. ((omissis)), del foro di Roma.

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