Il superamento della capacità ricettiva consentita per l'esercizio dell'attività di affittacamere, pur comportando irregolarità nell'utilizzo dell'immobile, non integra di per sé il cambio di destinazione d'uso da residenziale a turistico-ricettivo, non essendo stati compiutamente accertati i presupposti di cui all'art. 27 della l.r. n. 42/2000 (ora art. 19 l.r. n. 86/2016) per la configurazione di una residenza turistico-alberghiera. Pertanto, la sanzione applicabile è quella prevista dall'art. 68, comma 2, della l.r. n. 42/2000 (ora art. 43, comma 3, lett. c9, l.r. n. 86/2016) per il superamento della capacità ricettiva consentita, e non quella più grave di cui all'art. 202 della l.r. n. 65/2014 per il cambio di destinazione d'uso senza opere. Il principio di proporzionalità impone di commisurate la sanzione alla effettiva condotta realizzata, evitando l'applicazione di misure sproporzionate rispetto all'illecito accertato.