Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34967 del 17 settembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:34967PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, è tenuto a motivare in modo adeguato e non meramente apodittico, tenendo conto di tutte le circostanze rilevanti, quali le condizioni di salute dell'indagato, l'eventuale collaborazione offerta, la concreta possibilità di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, nonché l'applicabilità di cause di estinzione della pena. La mera astratta riferibilità dell'indagato al fatto-reato non è sufficiente a giustificare il giudizio di pericolosità sociale, essendo necessario un apprezzamento concreto della personalità e della condotta dell'indagato, anche in relazione ai suoi eventuali mutamenti successivi all'emissione della misura cautelare. Inoltre, il giudice deve verificare attentamente la possibilità di un'effettiva ricostruzione di un rapporto operativo contra legem tra l'indagato e eventuali complici, al fine di valutare concretamente il pericolo di reiterazione del reato, senza limitarsi a mere congetture.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

CA. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 19/03/2007 TRIB. LIBERTA' di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere DR. FUMO MAURIZIO;

udito il PG in persona del Sost. Proc. Gen. Dr. G. Febbraro, che ha chiesto rigettarsi il ricorso;

udito il difensore avv. COPPI F., in sost.ne avv. M. Papotti, che, depositando copia di ordinanza del GIP Roma 6.7.2007 con la quale la ricorrente e' stata …

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