Il giudicato formatosi su un decreto di ottemperanza emesso dalla Corte d'Appello, che condanna l'Amministrazione al pagamento di una somma di denaro, costituisce un titolo esecutivo che l'Amministrazione è tenuta a eseguire entro il termine di 120 giorni dalla notifica del titolo, ai sensi dell'art. 14 del D.L. n. 669/1996, convertito con modificazioni nella legge n. 30/1997 e succ. mod. Decorso infruttuosamente tale termine, il creditore può proporre il giudizio di ottemperanza ai sensi dell'art. 114 del d.lgs. n. 104/2010, senza necessità di previa diffida, chiedendo al giudice amministrativo di ordinare all'Amministrazione il pagamento delle somme dovute e, in caso di ulteriore inerzia, la nomina di un commissario ad acta che provveda in sostituzione dell'Amministrazione inadempiente. La specialità della disciplina contenuta nella legge n. 89/2001 esclude in toto l'applicazione del d.l. n. 669/1996, sicché gli adempimenti di cui all'art. 5-sexies esauriscono le incombenze a carico del creditore vittorioso in giudizio, senza la necessità di provvedere anche a quanto prescritto in via generale dall'art. 14 del d.l. n. 669/1996. Il giudice amministrativo, accertata la ritualità del gravame e la fondatezza della pretesa, ordina all'Amministrazione di dare piena ed integrale esecuzione al giudicato entro un termine perentorio, con la nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inadempimento, condannando l'Amministrazione al pagamento delle spese di giudizio.