Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36537 del 12 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36537PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione, dovuta all'assoluta genericità e palese infondatezza delle doglianze, preclude la possibilità di far valere o rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per prescrizione, pur maturata in data anteriore alla pronuncia della sentenza di appello, ma non dedotta né rilevata da quel giudice. Pertanto, l'inammissibilità del ricorso per cassazione comporta l'esclusione della valorizzazione del profilo prescrizionale, in applicazione del principio secondo cui l'inammissibilità del gravame impedisce di far valere cause estintive del reato non rilevate dal giudice di merito. Tale principio trova fondamento nell'esigenza di garantire la stabilità delle decisioni giurisdizionali e la ragionevole durata del processo, evitando che questioni non tempestivamente sollevate possano essere successivamente riproposte in sede di legittimità, determinando un ingiustificato allungamento dei tempi processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

MU. RU. , nato il (OMESSO);

avverso la sentenza 9 dicembre 2009 della Corte di appello di Firenze, la quale, in parziale riforma della sentenza 25 ottobre 2007 del Tribunale di Firenze che lo aveva condannato alla pena di euro 516 di multa per il reato ex articolo 348 c.p., gli ha riconosciuto i doppi benefici di legge;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

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