Cassazione penale Sez. V sentenza n. 54244 del 21 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:54244PEN

Massima

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Il giudice, nell'esercizio delle proprie legittime prerogative, può disporre la trasmissione degli atti al pubblico ministero per ritenuta diversità del fatto ascritto all'imputato, senza che tale provvedimento possa essere qualificato come abnorme, anche ove in ipotesi errato nella valutazione giuridica del fatto. Ciò in quanto tale provvedimento, pur potendo determinare una stasi del procedimento, è superabile mediante un'attività propulsiva non invalida del pubblico ministero, non rappresentando un'evenienza del tutto eccezionale né una radicale divergenza dagli schemi e dai principi ispiratori dell'ordinamento processuale penale. Il ricorso per cassazione avverso tale provvedimento è pertanto infondato, non potendo la questione attinere alla sola qualificazione giuridica del fatto, ferme restando la sua configurazione materiale e la possibilità di difesa degli imputati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO P. Antonio - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE TRIBUNALE DI ROVERETO;
nei confronti di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 14/10/2015 del TRIBUNALE di ROVERETO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere GRAZIA LAPALORCIA;
lette le conclusioni del PG Dott. BALDI F. che ha chiesto annullamento senza rinvio.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Procuratore della Repubblica di Rovereto ha proposto ricorso avverso l'ordinanza con la qual…

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