Il vincolo di inedificabilità assoluta imposto dalla legge regionale n. 56 del 1980 sulla fascia di 300 metri dal confine del demanio marittimo, non derogabile nemmeno in presenza di strumenti urbanistici vigenti o adottati alla data di entrata in vigore della medesima legge, comporta l'inammissibilità del condono edilizio per gli abusi realizzati successivamente all'entrata in vigore di tale vincolo, salvo che l'immobile oggetto della richiesta di condono risulti compreso in un "centro edificato" o in un "territorio costruito" ai sensi della normativa urbanistica regionale, circostanza che deve essere dimostrata dal richiedente. Pertanto, il diniego di condono è legittimo qualora l'area su cui insiste l'abuso edilizio non sia stata individuata come "territorio costruito" ai sensi dell'art. 1.03, comma 5, delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/p) della Regione Puglia, in quanto in tal caso il vincolo di inedificabilità assoluta di cui all'art. 51, lett. f), della legge regionale n. 56/1980 risulta pienamente applicabile, indipendentemente dalla successiva approvazione del PUTT/p.