Il Comune di Roma, in forza della propria autonomia regolamentare in materia di somministrazione di alimenti e bevande, può legittimamente vietare l'apertura di nuovi esercizi di somministrazione in determinate aree del territorio cittadino, anche quando l'attività di somministrazione sia connessa in via secondaria ad un'attività principale di intrattenimento e svago. Tale facoltà comunale non è superata dalla disciplina regionale più liberale, in quanto Roma Capitale è espressamente esclusa dall'applicazione degli indirizzi regionali in materia, potendo adottare una propria regolamentazione. Pertanto, il Comune può negare l'autorizzazione per l'apertura di un nuovo esercizio di somministrazione in una zona soggetta a limitazioni, senza incorrere in violazioni della normativa regionale o nazionale in materia di procedimento amministrativo. Il Comune, in virtù della propria autonomia regolamentare, può continuare ad applicare i criteri restrittivi previsti dalla propria disciplina locale, fino a quando non ritenga di adottare una diversa regolamentazione in attuazione della legge regionale.