Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11237 del 13 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:11237PEN

Massima

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Il reato di illegale detenzione di armi e munizioni è integrato dalla semplice coscienza e volontà di avere materialmente a disposizione un'arma o le munizioni senza averne fatto denuncia, a prescindere dalla buona fede dell'agente o dal suo erroneo convincimento circa l'obbligo della denuncia, che si risolve in una inescusabile ignoranza della legge penale. Il dovere di denuncia sorge non appena inizia la detenzione autonoma dell'arma, a prescindere dalle ragioni che l'hanno determinata, mentre l'eventuale colpa dell'imputato attiene essenzialmente al momento dell'acquisizione dell'arma. Pertanto, la mancata denuncia dell'arma detenuta, anche se dovuta a un errore di fatto o di diritto, integra il reato di illegale detenzione, non rilevando la buona fede o l'erroneo convincimento dell'agente circa l'obbligo di denuncia, in quanto l'ignoranza della legge penale è inescusabile ai sensi dell'art. 5 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PR. FR. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 28/02/2008 CORTE APPELLO di GENOVA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

PREMESSO IN FATTO

- Che la Corte di Appello di Genova, con sentenza deliberata il 13 maggio 2008, ha rif…

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