Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 35844 del 2 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35844PEN

Massima

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Il rinvenimento dell'oggetto rubato nella proprietà dell'imputato, in prossimità temporale e spaziale rispetto al furto, costituisce elemento di prova determinante ai fini dell'affermazione della responsabilità penale per il reato di furto, in assenza di concrete argomentazioni difensive che ne escludano la valenza probatoria. La pena inflitta, nei minimi edittali e mitigata dal riconoscimento delle attenuanti generiche, deve ritenersi proporzionata al fatto e alla personalità dell'imputato, ove il ricorrente non specifichi in modo adeguato le ragioni per le quali essa dovrebbe essere ritenuta eccessiva. L'inammissibilità del ricorso per cassazione, fondata sulla manifesta infondatezza e genericità dei motivi, preclude la possibilità di rilevare e dichiarare la prescrizione del reato, pur maturata dopo la sentenza di secondo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FOTI Giacomo - Presidente

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

Dott. MARINELLI Felicett - Consigliere

Dott. VITELLI CASELLA Luc - rel. Consigliere

Dott. PICCIALLI Patrizia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1524/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 27/05/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITELLI CASELLA LUCA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1- (OMISSIS) ricorre per cassazione, per il tr…

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