Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 46389 del 30 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:46389PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che si appropria di un bene sottoposto a sequestro probatorio e custodito presso gli uffici in cui presta servizio, sfruttando la disponibilità materiale derivante dal suo ufficio, commette il reato di peculato e non quello di furto. Il possesso qualificato dalla ragione di servizio non si limita alla sfera di competenza funzionale del pubblico agente, ma si estende anche alle prassi e consuetudini correnti nell'ufficio, in forza delle quali il soggetto può di fatto inserirsi nella disponibilità materiale della cosa. Pertanto, l'appropriazione indebita di un bene sottoposto a sequestro e custodito presso gli uffici in cui il pubblico ufficiale presta servizio integra gli estremi del reato di peculato, a prescindere dalla responsabilità formale della custodia, in quanto il pubblico agente ha la disponibilità qualificata del bene in ragione del suo ufficio e servizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - rel. Consigliere

Dott. CONTI Giovann - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3342/2007 CORTE APPELLO di BOLOGNA, del 07/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ARTURO CORTESE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

La Corte d'appello di Bol…

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