Il falso commesso mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione, attestante falsamente il possesso di requisiti richiesti per ottenere un beneficio pubblico, integra il reato di falso ideologico, anche qualora il dichiarante abbia esibito un documento di identità attestante una diversa nazionalità, in quanto tale documento è diretto all'identificazione del percettore e non alla verifica della cittadinanza, requisito agevolmente percepibile dal destinatario della dichiarazione. La mera percezione sine titulo di erogazioni pubbliche, al di là delle modalità attraverso cui viene attuata l'indebita percezione, è punita ai sensi dell'art. 316-ter c.p., norma di carattere sussidiario e residuale rispetto all'art. 640-bis c.p. sulla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Pertanto, la condotta di chi, mediante una falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione, ottiene indebitamente un beneficio pubblico, integra il reato di falso ideologico ex art. 495 c.p. e, ove ne ricorrano i presupposti, anche quello di truffa aggravata ex art. 640-bis c.p., a prescindere dal superamento della soglia quantitativa prevista per l'art. 316-ter c.p.