Il Comune, nell'ambito della propria discrezionalità e sulla scorta di adeguata motivazione, può procedere alla differenziazione delle tariffe TARI in relazione agli usi cui sono destinati gli immobili e alle attività in essi svolte, se ritenute espressive di una diversa capacità di produrre rifiuti. In particolare, è legittima la previsione di una categoria tariffaria specifica per gli immobili destinati a "collegi, case vacanze e convivenze", in quanto tale categoria può essere considerata espressiva di una maggiore capacità produttiva di rifiuti rispetto alle civili abitazioni. La differenziazione tariffaria non richiede una specifica motivazione per ciascuna categoria, essendo sufficiente che l'atto a contenuto generale o collettivo si rivolga ad una pluralità indistinta, anche se determinabile ex post, di destinatari. Inoltre, l'eventuale accollo del debito d'imposta da parte del proprietario dell'immobile nei confronti del conduttore, pur non liberando quest'ultimo dalla posizione di soggetto passivo del tributo, è idoneo a fondare l'interesse del proprietario ad impugnare gli atti comunali di determinazione delle tariffe TARI.