Il licenziamento per giusta causa intimato dal datore di lavoro è legittimo quando le condotte del lavoratore, valutate complessivamente e alla luce dei principi di proporzionalità e buona fede, risultano oggettivamente idonee a compromettere irrimediabilmente il rapporto fiduciario, rendendo impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. Il giudice, nel valutare la sussistenza della giusta causa, deve tenere conto della gravità dell'inadempimento, della sua incidenza sul vincolo fiduciario, nonché delle circostanze concrete in cui si è verificato il fatto, considerando altresì l'eventuale recidiva e la posizione rivestita dal lavoratore nell'organizzazione aziendale. Tali principi trovano applicazione anche nel caso di licenziamento di un dipendente di una banca di credito cooperativo, in cui il rapporto fiduciario assume particolare rilievo in ragione della delicatezza delle funzioni svolte e della necessità di preservare l'affidamento della clientela. Pertanto, il licenziamento per giusta causa di un lavoratore bancario è legittimo quando le sue condotte, valutate complessivamente, risultano oggettivamente idonee a compromettere irrimediabilmente il rapporto fiduciario con il datore di lavoro, rendendo impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro, anche in considerazione della posizione rivestita nell'organizzazione aziendale e della delicatezza delle funzioni svolte.