Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22657 del 14 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:22657PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il divieto di reformatio in peius, sancito dall'art. 597 c.p.p., comma 4, impone che, in caso di appello dell'imputato, il giudice di secondo grado non possa applicare un aumento della pena o delle sue componenti intermedie, come la recidiva, rispetto a quanto stabilito in primo grado. Tale principio mira a tutelare l'imputato da un peggioramento della sua posizione processuale derivante dall'esercizio del diritto di impugnazione, garantendo che la pena non possa essere aumentata in sede di gravame, neppure con riferimento a singoli elementi del trattamento sanzionatorio. Pertanto, il giudice di appello, nel rideterminare la pena, è tenuto a rispettare il limite della metà dell'aumento per recidiva già applicato in primo grado, senza poter elevare tale componente oltre tale misura. Ciò al fine di evitare che l'imputato sia scoraggiato dall'esercitare il proprio diritto di impugnazione per timore di subire un aggravamento della propria posizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe M. - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Me. Ma. ;

avverso la sentenza 20.7.09 della Corte d'Appello di Roma;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in pubblica udienza la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza 10.12.08 emessa all'esito di r…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.