Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40997 del 11 novembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:40997PEN

Massima

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Il reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p. richiede la prospettazione di un pericolo di un male ingiusto, idoneo a limitare la libertà psichica della vittima. Pertanto, la mera esortazione o invito, anche se espresso in modo perentorio, non integra gli estremi del delitto di minaccia, in quanto difetta l'elemento essenziale della prospettazione di un male ingiusto. Il giudice di merito, nel valutare la condotta addebitata all'imputato, ha correttamente escluso la configurabilità del reato di minaccia, in quanto la frase attribuita all'imputato, pur essendo perentoria, non conteneva alcuna prospettazione di un male ingiusto idoneo a limitare la libertà psichica della persona offesa. Pertanto, la pronuncia di assoluzione per insussistenza del fatto è conforme a diritto, in quanto la condotta contestata non integra gli elementi costitutivi del reato di minaccia di cui all'art. 612 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE Maria T. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CUNEO;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/11/2019 del TRIBUNALE di CUNEO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALFREDO GUARDIANO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. DI LEO GIOVANNI.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe il tribunale di Cuneo assolveva (OMISS…

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