Cassazione penale Sez. V sentenza n. 573 del 12 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:573PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico commesso da chi, pur non essendone il titolare, abbia la disponibilità materiale di un documento pubblico, integra il reato di cui all'art. 491 c.p. anche quando la falsificazione sia realizzata mediante la sottoscrizione di assegni bancari apparentemente provenienti dalla società di cui l'agente era stato amministratore. La responsabilità penale dell'imputato può essere affermata sulla base delle dichiarazioni della persona offesa e di altri testimoni, nonché di ammissioni rese dall'imputato stesso in sede extraprocessuale, senza che sia necessaria una prova diretta dell'identificazione dell'autore della falsificazione. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui all'art. 133 c.p., deve tenere conto della misura complessiva della sanzione, senza che sia necessaria una puntuale motivazione in ordine alla quantificazione della pena-base e dell'eventuale aumento per la continuazione, ove la pena inflitta risulti comunque contenuta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Messina in data 23.4.2010

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Carlo Zaza;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Eduardo Scardaccione, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza impugnata veniva conf…

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