Il reato di falsa attestazione di generalità (art. 495 c.p.) si configura quando l'agente, privo di documenti di identificazione, fornisce ai pubblici ufficiali dichiarazioni mendaci sulla propria identità, in assenza di altri mezzi di identificazione, al fine di garantire le proprie qualità personali. Tale condotta, distinta dal reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.), non può essere riqualificata in quest'ultima fattispecie ove risulti accertata la mera dichiarazione di false generalità agli agenti operanti. Inoltre, ai fini del riconoscimento dell'attenuante del ravvedimento operoso (art. 62 n. 6 c.p.), è determinante la spontaneità della condotta dell'agente, che non ricorre nel caso in cui l'intervento delle forze dell'ordine e il conseguente blocco del soggetto abbiano preceduto la declinazione delle generalità. Infine, il rigetto delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con riferimento all'esistenza di precedenti penali a carico dell'imputato.