Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari può essere configurato anche in assenza di una diretta responsabilità penale per le specifiche violazioni fiscali, qualora emerga la consapevole partecipazione degli imputati a un disegno criminoso comune, realizzato attraverso lo sfruttamento sistematico di una società di comodo, dotata di apparente operatività commerciale e capacità fiscale, ma in realtà mero strumento per conseguire indebiti vantaggi economici mediante l'evasione dell'IVA. La prova della partecipazione all'associazione illecita non richiede la dimostrazione della reciproca conoscenza fisica tra i concorrenti, essendo sufficiente l'accertamento di un contributo operativo e di un interesse comune al perseguimento dell'obiettivo delittuoso. Ai fini della determinazione della pena, il giudice può legittimamente valorizzare, tra gli altri criteri di cui all'art. 133 c.p., la gravità del pericolo cagionato alla collettività e all'erario, l'intensità del dolo e, per il singolo imputato, l'esistenza di precedenti penali, senza che ciò comporti un'inammissibile rivalutazione della durata della condotta associativa.