Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45544 del 13 novembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:45544PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione di tipo mafioso si caratterizza per il concreto e stabile inserimento dell'agente nella struttura organizzativa del sodalizio, idoneo ad attestare la sua messa a disposizione in favore del medesimo al fine del perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale inserimento è rivelato da comportamenti, anche non necessariamente criminosi, che dimostrino l'adesione libera e volontaria al programma associativo, la reciproca vocazione di irrevocabilità della scelta e il rapporto organico tra il singolo e la struttura, a prescindere dalla successiva chiamata per l'esecuzione di specifici incarichi. L'estorsione si configura quando la coartazione, anche se preordinata a ristabilire gli equilibri in seno all'organizzazione mafiosa, procura agli autori un ingiusto profitto ulteriore rispetto alla mera realizzazione della pretesa creditoria. Il concorrente nel reato di estorsione è tale anche quando abbia contribuito a veicolare il messaggio estorsivo, quand'anche le intimidazioni siano risultate eziologicamente efficienti solo in un momento successivo ad opera di altri correi. La condotta di offerta e messa in vendita di sostanze stupefacenti si perfeziona al momento della manifestazione del soggetto agente di procurare ad altri la sostanza di cui abbia, anche se non immediatamente, la disponibilità. La natura mafiosa delle intimidazioni estorsive e l'obiettivo di arricchire le finanze della cosca mediante la consumazione dei reati fine contestati integrano l'aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolazione mafiosa. Nei reati associativi di cui all'art. 416-bis c.p. vige una presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari, che il giudice non ha l'onere di dimostrare in positivo, essendo sufficiente che dia atto dell'insufficienza degli elementi eventualmente evidenziati dalla difesa a vincerla.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 10/02/2023 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Reggio Calabria, nell'esercizio …

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