Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17368 del 26 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:17368PEN

Massima

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Il giudice della prevenzione, nell'applicare misure di sicurezza nei confronti di indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso, deve accertare con adeguata motivazione il requisito dell'attualità della pericolosità sociale del proposto, senza poter fondare tale giudizio sui medesimi elementi indizianti che, in sede cautelare penale, siano stati ritenuti inidonei a configurare un quadro gravemente indiziario ai fini della qualificazione della condotta come concorso esterno in associazione mafiosa. Ove sia stata emessa una sentenza irrevocabile di assoluzione, il giudice della prevenzione non può assumere i fatti oggetto di tale pronuncia come elementi indizianti ai fini del giudizio di pericolosità, in quanto la negazione penale di un fatto impedisce di assumerlo come elemento probatorio in sede di prevenzione. Inoltre, il mero richiamo alla natura tendenzialmente stabile dei sodalizi di stampo mafioso e alla conseguente presunzione di permanenza della partecipazione non è di per sé sufficiente a motivare l'attualità della pericolosità sociale, essendo necessario un accertamento concreto e specifico degli elementi fattuali che dimostrino la persistenza della pericolosità del proposto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. CIANFROCCA Pierlui - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

Dott. TURTUR M. Marzia - Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto della Corte di Appello di Catanzaro dell'8.7.2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Pierluigi Cianfrocca;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Francesca Caroni che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Catanzaro ha confermato…

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