Il provvedimento amministrativo di diniego dell'autorizzazione all'accesso carraio esistente su una strada statale, adottato in esecuzione di una precedente sentenza di annullamento per difetto di motivazione, non si pone in elusione del giudicato se l'amministrazione ha rivalutato la questione alla luce delle statuizioni della pronuncia, motivando adeguatamente il rigetto sulla base del pregiudizio alla sicurezza e fluidità della circolazione stradale, ai sensi dell'art. 45, comma 6, del d.P.R. n. 495/1992, anche in relazione alla distanza inferiore a 100 metri da altri accessi esistenti, in conformità all'art. 45, comma 3, dello stesso regolamento. L'amministrazione, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, può attribuire prevalenza alle preminenti esigenze di garantire la sicurezza della circolazione e l'incolumità degli utenti della strada, rispetto al diritto del privato all'accesso al proprio fondo, non potendo quest'ultimo prevalere sull'interesse pubblico alla sicurezza stradale, anche in caso di interclusione del fondo o impossibilità tecnica di regolarizzazione dell'accesso esistente, in applicazione dell'art. 22, comma 9, del d.lgs. n. 285/1992.