Cassazione penale Sez. II sentenza n. 14537 del 29 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:14537PEN

Massima

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Il sequestro probatorio di beni e documenti è legittimo quando vi sia un nesso di pertinenza, anche indiretto, tra gli elementi sequestrati e l'ipotesi di reato oggetto di indagine, essendo sufficiente che tali elementi possano contribuire, anche in forma mediata, alla ricostruzione dei fatti e all'accertamento delle responsabilità. La motivazione del provvedimento di sequestro deve essere adeguatamente analitica e circostanziata nel caso in cui il nesso di pertinenza non sia di immediata evidenza, mentre può essere più sintetica quando il legame tra il vincolo reale e le finalità investigative risulti evidente. In ogni caso, la motivazione deve essere idonea a esplicitare la concreta connessione eziologica tra i beni sequestrati e gli illeciti contestati, senza che sia necessario un riferimento puntuale a ogni singolo elemento sottoposto a vincolo ablativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - rel. Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS), rappresentato ed assistito dall'avv. (OMISSIS), di fiducia;
avverso l'ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, n. 11172/2017, in data 20/11/2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento con ri…

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