Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22466 del 22 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:22466PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è caratterizzato da una serie di condotte, anche non singolarmente delittuose, la cui reiterazione è richiesta dalla norma incriminatrice al fine di configurare il delitto. L'evento del reato, consistente nell'alterazione delle abitudini di vita, nel perdurante stato di ansia o di paura, ovvero nel fondato timore per la propria incolumità o di un prossimo congiunto, deve essere il risultato della condotta persecutoria nel suo complesso, anche se può manifestarsi solo a seguito della consumazione dell'ennesimo atto, in quanto dalla reiterazione delle condotte deriva, nella vittima, un progressivo accumulo di disagio che, solo alla fine della sequenza, degenera in uno stato di prostrazione psicologica. Pertanto, ai fini della configurazione del reato, non è necessario che le singole condotte siano di per sé delittuose, essendo sufficiente che dalla loro reiterazione derivi uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma. Inoltre, la determinazione della misura della pena, entro il minimo e il massimo edittale, rientra nell'ampio potere discrezionale del giudice di merito, il quale assolve il suo compito anche se abbia valutato globalmente gli elementi indicati nell'art. 133 c.p., senza necessità di una specifica motivazione tutte le volte in cui la scelta risulti contenuta in una fascia medio-bassa rispetto alla pena edittale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 7/12/2016 dalla Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore della parte civile, avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi alle conclusioni scritte ed alla …

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