Il diniego di rilascio del titolo abilitativo alla guida, emesso ai sensi dell'art. 120 del Codice della strada, è un provvedimento che incide su una posizione di diritto soggettivo perfetto del privato, la cui contestazione rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non di quello amministrativo. Ciò in quanto l'accertamento compiuto dall'amministrazione ha carattere vincolato, essendo posto nell'esclusivo interesse del privato. Tale orientamento giurisprudenziale, seguito dalla prevalente giurisprudenza amministrativa e conforme alla giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, non viene messo in discussione dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2018, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 120, comma 2, del Codice della strada solo con riferimento all'ipotesi di revoca della patente, e non anche in relazione al diniego di rilascio del titolo abilitativo. Infatti, la Corte Costituzionale, con la successiva sentenza n. 80 del 2019, ha ritenuto legittimo il cosiddetto "automatismo" del diniego di rilascio della patente a persone condannate per i reati di cui agli artt. 73 e 74 del d.P.R. n. 309/1990, confermando il carattere vincolato dell'accertamento posto in essere dall'amministrazione e il venire in rilievo di una posizione di diritto soggettivo.