Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16901 del 21 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:16901PEN

Massima

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Il giudicato cautelare non opera come una preclusione assoluta, in quanto il giudice può rivalutare le esigenze cautelari in relazione a nuovi elementi sopravvenuti, come una sentenza di condanna non definitiva. Ai fini della valutazione delle esigenze cautelari in seguito a una sentenza di condanna, il giudice deve tenere conto dell'esito del procedimento, delle modalità del fatto e degli elementi sopravvenuti, dai quali possa emergere che, a seguito della sentenza, risulta taluna delle esigenze indicate nell'art. 274 c.p.p., comma 1, lett. b) e c). Pertanto, il giudicato cautelare precedente non esclude che il giudice possa adottare una nuova misura cautelare sulla base di tali nuovi elementi, senza che possano essere opposte solo generiche illazioni in contrario, come la possibile riduzione della pena per la continuazione o l'interruzione dei rapporti con l'ambiente criminale, quando vi sia il fatto certo e significativo della sopravvenuta condanna per reati gravi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

P.M.;

in proc. pen. a carico di:

Vi. An. ;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catania depositata il 13 gennaio 2009;

Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udite le conclusioni del P.M. Dott. GALASSO Aurelio che ha chiesto l'accoglimento con ricorso;

udito il difensore avv. BONACCORSI Matteo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con l'ordinanza impugnata il Tribunale di Cat…

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