Cassazione penale Sez. I sentenza n. 227 del 5 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:227PEN

Massima

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Il delitto di partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., può essere provato attraverso gravi indizi di colpevolezza, anche sulla base delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, purché siano intrinsecamente attendibili e risultino corroborate da riscontri esterni individualizzanti, idonei a provare l'attribuzione del fatto reato al soggetto destinatario di esse. Tali riscontri possono consistere in ulteriori dichiarazioni accusatorie rese da altri collaboratori di giustizia, caratterizzate dalla loro convergenza in ordine al fatto oggetto della narrazione, dall'essere state rese senza pregresse intese fraudolente e senza suggestioni o condizionamenti reciproci, nonché dalla loro specificità, che tuttavia non deve estendersi fino alla loro completa sovrapponibilità agli elementi d'accusa forniti dagli altri dichiaranti, dovendo piuttosto privilegiarsi l'aspetto essenziale della loro concordanza sul nucleo essenziale dei fatti da provare. Inoltre, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia possono essere corroborate da altri elementi di prova, quali i risultati degli appostamenti di polizia e gli accertamenti sulle frequentazioni del soggetto indagato con personaggi inseriti nella malavita organizzata. Eventuali modeste sfasature o contraddizioni tra le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non inficiano necessariamente la loro attendibilità, purché sussista una convergenza sugli elementi essenziali. La giurisprudenza di legittimità, in sede di impugnazione, si limita a verificare la logicità e la coerenza della motivazione adottata dal giudice di merito nell'affermare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, senza poter riesaminare il merito della valutazione probatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO P.M. Severina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1016/2010 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 09/07/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 9 luglio 2010 il Tribunale di Palermo ha rigettato l'istanz…

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