Cassazione penale Sez. III sentenza n. 16790 del 22 aprile 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16790PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di autorità e sfruttando il metus derivante dal suo ruolo, commette atti sessuali nei confronti di soggetti sottoposti al suo potere, realizza il reato di violenza sessuale aggravata, non essendo necessaria l'impiego di violenza fisica quando la coartazione della libertà sessuale della vittima avviene attraverso mezzi psicologici e strumentali, come l'attirarla in luoghi chiusi o la sua introduzione nell'abitazione privata. In tali casi, la qualifica soggettiva dell'agente e le modalità di commissione del reato, che evidenziano una strumentalizzazione del ruolo pubblico, assumono rilievo ai fini della valutazione della gravità del fatto e dell'esclusione dell'attenuante prevista per i casi di minore gravità, non potendosi considerare tali gli episodi in cui il pubblico ufficiale, approfittando della sua posizione, costringe la vittima a subire atti sessuali, anche senza ricorrere a violenza fisica ma sfruttando il timore reverenziale e la soggezione psicologica della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO ((omissis)) - Presidente

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - rel. Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1978/2013 CORTE APPELLO di GENOVA, del 11/12/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CHIARA GRAZIOSI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BALDI Fulvio che ha concluso per annullamento con rinvio in ordine alle attenuanti generiche. Rigetto nel resto;

udito il difensore avv. (OMISSIS) di (OMISSIS) anche…

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