L'ordine di sospensione dei lavori edilizi, emesso ai sensi dell'art. 4 della legge n. 47/1985 (oggi art. 27, comma 3° del D.P.R. n. 380/2001), rappresenta un atto tipico con cui la Pubblica Amministrazione esercita il suo potere inibitorio, in via cautelativa, in attesa di assumere i provvedimenti definitivi, siano essi di ripristino dello stato dei luoghi o di sostanziale via libera alla prosecuzione degli stessi. Tale ordine di sospensione, tuttavia, esaurisce i suoi effetti laddove, nel termine di 45 giorni, non vengano adottate le determinazioni finali. Pertanto, il ricorso avverso un siffatto provvedimento, proposto oltre il predetto termine, risulta inammissibile per carenza di interesse, in quanto il provvedimento impugnato è ormai privo di efficacia e comunque privo di autonoma lesività. Inoltre, la revoca del beneficio del gratuito patrocinio è giustificata dalla manifesta inammissibilità del ricorso, a prescindere dalla mancata documentazione della sussistenza dei requisiti reddituali per tutti gli anni interessati dal giudizio.