Il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art. 95, comma 3, del D.Lgs. n. 50/2016, impone alla stazione appaltante di attenersi rigorosamente ai criteri di valutazione tecnica stabiliti nella lex specialis di gara, senza possibilità di discostarsene o di applicarli in modo difforme. La violazione di tali criteri valutativi, previamente fissati e resi noti ai concorrenti, determina l'illegittimità dell'aggiudicazione, in quanto pregiudica i principi di tutela del legittimo affidamento e di parità di trattamento tra i partecipanti. Pertanto, la commissione giudicatrice è tenuta a valutare le offerte tecniche in base ai soli elementi espressamente indicati nel bando o nel disciplinare di gara, senza poter introdurre ulteriori criteri o modificare quelli prestabiliti, né attribuire punteggi in modo irragionevole o arbitrario, a pena di illegittimità dell'azione amministrativa. L'organo valutativo deve, inoltre, motivare adeguatamente le ragioni delle proprie scelte, al fine di consentire il controllo giurisdizionale sulla correttezza e logicità del giudizio tecnico espresso. In caso di violazione di tali principi, il giudice amministrativo può annullare l'aggiudicazione e disporre la riedizione della procedura di gara, senza poter sostituire la propria valutazione a quella dell'amministrazione, salvo i casi di macroscopici errori o di manifesta irragionevolezza.