Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14998 del 2 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:14998PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua posizione di preminenza, richiede indebitamente denaro o altra utilità a un privato, commette il reato di concussione, a prescindere dalla sussistenza di un accordo o di una condizione di parità tra le parti. La differenza tra concussione e corruzione risiede nei rapporti di forza esistenti tra le parti, con il pubblico ufficiale in posizione dominante nel caso della concussione. La valutazione della gravità del fatto, della capacità a delinquere del reo e della congruità della pena inflitta rientra nel potere discrezionale del giudice, il quale deve motivare adeguatamente le proprie scelte, anche in relazione al mancato riconoscimento di eventuali circostanze attenuanti, come il risarcimento del danno o le attenuanti generiche. L'esercizio di tale discrezionalità è correttamente svolto quando il giudice sottopone ad analisi gli elementi, positivi o negativi, che hanno determinato la sua decisione, senza essere obbligato ad escludere la valenza degli elementi contrari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

avverso la sentenza del 13/02/2012 della Corte d'appello di Napoli;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. D'ANGELO Giovanni che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), che si e' riportato al…

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