Cassazione penale Sez. I sentenza n. 51202 del 9 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:51202PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'applicabilità della disciplina della continuazione tra reati, deve verificare l'esistenza di un unico, originario programma delittuoso, attraverso l'esame degli elementi costituiti dalla distanza cronologica tra i fatti, dalle modalità della condotta, dalla tipologia dei reati, dal bene tutelato, dall'omogeneità delle violazioni, dalla causale, dalle condizioni di tempo e di luogo. L'identità del disegno criminoso non coincide con il mero programma di vita delinquenziale del reo, ma richiede che l'agente si sia previamente rappresentato e abbia unitariamente deliberato una serie di condotte criminose. Pertanto, è ipotizzabile la continuazione tra il delitto di partecipazione ad associazione per delinquere e i reati fine, a condizione che il giudice verifichi puntualmente che questi ultimi siano stati programmati al momento in cui il partecipe si determina a fare ingresso nel sodalizio. La valutazione in ordine alla sussistenza dell'unicità del disegno criminoso è compito del giudice di merito, la cui decisione sul punto, se congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo i casi di mancanza, manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione su aspetti essenziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARNO Giulio - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. COCOMELLO Assunta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/06/2017 della CORTE APPELLO di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere LUIGI FABRIZIO MANCUSO;
lette/sentite le conclusioni del PG;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del dott. ((omissis)), Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso chiedendo l'annullamento dell'ordinanza impugnata, con rinvio alla Corte di appello di Messina, in funzione di giudice del…

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