Il rilascio di una dichiarazione sostitutiva di certificazione contenente false attestazioni in ordine alla regolarità contributiva, pur in presenza di un documento pubblico (DURC) che risulti formalmente in linea con le dichiarazioni rese, integra il reato di falso ideologico, in quanto l'imprenditore non può invocare l'affidamento sulla validità temporale del DURC per giustificare la propria condotta, essendo tenuto a verificare la corrispondenza tra le proprie posizioni contributive e quanto dichiarato. L'elemento soggettivo del reato di falso è ravvisabile nella mera consapevolezza e volontarietà della dichiarazione non veritiera, senza che rilevi l'eventuale buona fede dell'imputato, salvo che non emergano circostanze eccezionali che possano giustificare il suo affidamento sulla regolarità formale del DURC. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., rientra nella discrezionalità del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se non in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà.